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locale.md

File metadata and controls

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Date, e cal

Il comando date è utilizzato per visualizzare la data e l'ora, vediamo alcuni esempi:

 date
 # visualizza data e ora
 date -R
 # visualizza data e ora, aggiungendo l'offset al tempo
 # UTC
 date +%T
 # visualizza solo l'ora
 date +%a
 # visualizza solo il giorno della settimana abbreviato
 date +%A
 # visualizza solo il giorno della settimana

Nel manuale (attraverso "man date") troviamo tutta una serie di opzioni con cui possiamo effettuare l'output del comando date. Vediamo altri esempi applicativi, utili anche nel momento in cui scriviamo script:

 date -d now
 # mostra la data e l'ora attuale, è analogo a "date"
 date -d yesterday
 # mostra la data di ieri alla stessa ora
 date -d tomorrow
 # mostra la data di domani alla stessa ora
 date -r nomeFile
 # mostra l'ultima volta che è stato modificato
 # un file
 date -u
 # mostra data e ora universali "UTC"
 date +%T -s "14:05:3"
 # imposta l'ora alle "14:05:3", il flag "
 # -s" possiamo ricordarlo come "set"
 date +%a -s "Mon"
 # imposta il giorno della settimana a Lunedì
 date -s "16 jul 2013 14:00:00"
 # imposta data e ora
 date --rfc-3339=date
 # mostra nel formato RFC 3339 solo la data
 date --rfc-3339=seconds
 # mostra nel formato RFC 3339 data e ora
 # esplicitando anche i secondi
 date --rfc-3339=ns
 # mostra nel formato RFC 3339 la data, l'ora,
 # i secondi e i nanosecondi
 date --date='15 days ago'
 # mostra nel formato RFC 3339 la data
 # di quindici giorni fa
 date --date='15 month ago'
 # mostra nel formato RFC 3339 la data
 # di quindici mesi fa
 date --date='15 years ago'
 # mostra nel formato RFC 3339 la data
 # di quindici anni fa
 date --date='15 minutes ago'
 # mostra nel formato RFC 3339 la
 # data di quindici minuti fa
 date -u -d "@${time_in_seconds}" +"%T"
 # mostra il tempo in
 # ore:minuti:secondi, data in pasto una variabile chiamata "
 # time_in_seconds", quindi prima dovremmo inserire
 # time_in_seconds=180 ad esempio

possiamo aprire un calendario con:

 cal
 # visualizza il calendario, solo il mese corrente
 cal -A2 -B2
 # visualizza il calendario, con "-A" dico quanti
 # mesi successivi al presente voglio mostrare e con "-B" quanti
 # mesi precedenti al mese corrente
 cal -y 1999
 # visualizza il calendario per l'intero anno 1999

Localtime e Timezone

Localtime

Il localtime è localizzato in "/etc/localtime", questo costituisce un link o una copia di un file in un'altra directory, in quest'altra directory troviamo la lista dei vari timezone che possiamo selezionare, una volta trovato il timezone di interesse, per cambiarlo, eseguiamo:

 rm /etc/localtime
 # per eliminare il file di localtime corrente
 cp /usr/share/zoneinfo/America/New_York /etc/localtime
 # in
 # questo caso impostiamo l'ora locale di New York e presupponiamo
 # che i file di localtime siano localizzata in "
 # /usr/share/timezone", al posto della copia avremmo potuto
 # creare anche un link, sarebbe stato uguale
 date
 # lo usiamo per verificare che il cambio di localtime sia
 # stato effettuato

Vediamo altri comandi utili:

 locale -a
 # mostra i caratteri abilitati sul nostro sistema
 locale
 # mostra tutte le impostazioni legate alla lingua sul
 # nostra sistema di default, possiamo modificarle andando a
 # sovrascriverle impostando variabili d'ambiente con lo stesso
 # nome, possiamo rendere permanenti queste modifiche andando ad
 # accodare queste variabili col loro valore nel file "
 # .bash_profile", possiamo invece applicarle globalmente al
 # sistema (tutti gli utenti) attraverso il file "/etc/rc.local"
 # (anche se è consigliato vedere la sezione sulla Bash e le
 # variabili d'ambiente per utilizzare il file corretto)

E' da notare che la directory "/usr/share/zoneinfo" è molto importante, ha diverse funzioni:

  • a directory and text based "database" of all available known timezones throughout the world ◦
  • used by a large number of applications and local system utilities to get information about timezones, times in other zones, zone information in large zone settings, etc ◦
  • used by localtime to provide information as part of its call back response to system time calls

Timezone

Il timezone invece identifica la nostra posizione nel mondo e quindi le ore di differenza rispetto all'orario universale, quindi GMT+2 o GMT+1, infatti la differenza viene così descritta: Timezone tells your system where you are in the world. i.e. GMT-4 or GMT+2 (depending on your exact location on the planet).

Localtime tells your system exactly what time it is at your location. Per selezionare il timezone possiamo utilizzare:

Nei sistemi Red-Hat based possiamo utilizzare i seguenti comandi:

 tzselect
 # avvia uno script interattivo che ci permette di
 # selezionare il timezone, alla fine dello script ci sono
 # indicazioni su come rendere il cambio di timezone permanente
 export TZ="Central Time"
 # imposta la variabile adibita al
 # timezone a "Central Time", questa voce deve essere inserita nel
 # file di configurazione shell .profile per diventare permanente
 nano /etc/timezone
 # un'altra possibilità è modificare o creare
 # (in caso di assenza) questo file e immetere il codice Timezone
 # che metteremmo in altro caso nella variabile d'ambiente o che
 # viene indicato dalla procedura tzselect, questo caso, il
 # timezone è applicato all'intero sistema

Nei sistemi Debian based possiamo invece effettuare:

 dpkg-reconfigure tzdata
 # riconfigura il timezone, una volta
 # esisteva un comando chiamato "tzconfig" ma nelle nuove distro è
 # deprecato
 export TZ="Central Time"
 # imposta la variabile adibita al
 # timezone a "Central Time", questa voce deve essere inserita nel
 # file di configurazione shell .profile per diventare permanente
 nano /etc/timezone
 # un'altra possibilità è modificare o creare
 # (in caso di assenza) questo file e immetere il codice Timezone
 # che metteremmo in altro caso nella variabile d'ambiente o che
 # viene indicato dalla procedura tzselect, questo caso, il
 # timezone è applicato all'intero sistema

Lingua dei pacchetti e locale

Il sistema "Locale" costituisce un sottoinsieme dell'ambiente dell'utente che definisce la lingua dell'utente, la sua nazione e altre particolari opzioni che l'utente preferisce visualizzare nella sua personale interfaccia.

Tutte le variabili d'ambiente appartenenti al sistema "Locale" iniziano per LC_. Ad esempio LC_TIME è una variabile del sistema "locale" che definisce come la data e l'ora sono formattate mentre LC_NUMERIC può essere usato per cambiare il separatore decimale (punto o virgola).Vediamo ora una lista delle variabili del sistema "Locale":

  • LC_CTYPE Character classification and case conversion. Also indicates the language which should be used with XIM.
  • LC_NUMERIC Non-monetary numeric formats.
  • LC_TIME Date and time formats.
  • LC_COLLATE Collation order used for comparing and sorting.
  • LC_MONETARY Monetary formats.
  • LC_MESSAGES Formats of informative and diagnostic messages and interactive responses (also for graphical user interfaces).
  • LC_PAPER Paper format.
  • LC_NAME
  • LC_ADDRESS
  • LC_TELEPHONE
  • LC_MEASUREMENT
  • LC_IDENTIFICATION

Esistono inoltre altre due variabili che modificano il valore di molte delle variabili che abbiamo elencato:

  • LANG: Its value is used to set the value of all LC_* variables which are not explicitely set (those already set are not changed). Also, any LC_* variable can be modified after setting LANG.

  • LC_ALL: Il suo valore sovrascriverà quello di tutte le variabili LC_* (ma non di LANG). Dopo aver impostato LC_ALL, tutte le modifiche a qualsiasi variabile LC_* non è permessa.

In generale, è raccomandato lasciare LC_ALL non settata, e settare invece la variabile LANG, e poi cambiare manualmente nel caso fosse necessario le altre variabili LC_. Per visualizzare le opzioni che possiamo assegnare alla variabile LANG, ci basta visualizzare il file "/etc/locale.gen" oppure per LC_ALL il file " /etc/locale.alias" anche se la presenza di questi file deve sempre essere verificata a differenza della distro. Inoltre questi file contengono la lista delle lingue disponibili, quindi può essere utile consultarli. E' utile ricordare che potrebbe essere necessaria lanciare il comando "locale-gen" una volta effettuata una modifica in uno di questi file. Possiamo cambiare il valore delle variabili LC_ con:

 export nomeVariabile=valore
 # imposta una variabile d'ambiente

nota che una variabile può anche essere definita come:

 nomeVariabile=valore
 # imposta una variabile di shell, quindi
 # una variabile valida solo all'interno del processo shell
 # corrente

la differenza sta appunto che nel caso di "export" la variabile (d'ambiente) verrà passata ad ogni processo figlio chiamato dalla shell. export makes the variable available to sub-processes. That is, export name=value means that the variable name is available to any process you run from that shell process. If you want a process to make use of this variable, use export, and run the process from that shell.

name=value means the variable scope is restricted to the shell, and is not available to any other process. You would use this for (say) loop variables, temporary variables etc.

nel caso volessimo impostare una variabile con un valore permanente, allora possiamo aggiungere l'assegnazione del valore nei file indicati per la Bash.

A volte dopo un aggiornamento i link ai file delle lingue potrebbero rompersi, oppure potrebbe essere utile rigenerare i link alle lingue in quanto abbiamo effettuato una modifica nei file "/etc/locale.gen" o "/etc/locale.alias" quindi possiamo utilizzare il comando:

 sudo locale-gen
 # rigenera i link ai file delle lingue

Modificare permanentemente la lingua di sistema

Per modificare permenentemente la lingua di sistema possiamo generalmente andare nel file "/etc/locale.gen", qui decommentiamo le lingue che ci interessano e poi lanciamo un:

 locale-gen
 # rigenera le lingue e imposta permanentemente le
 # lingue di sistema

N.B.: E' consigliato scegliere tra le varie scelte di una determinata lingua, quella con UTF-8 se presente.

Tastiera

Modifiche temporanee al layout della tastiera

Per cambiare runtime il layout della tastiera eseguiamo:

 loadkeys it
 # per cambiare la lingua della tastiera in italiano
 # per la sessione corrente da un ambiente terminale "shell di
 # login"

se loadkeys non dovesse esserci come programma installato possiamo usare:

 setxkbmap it
 # per cambiare la lingua della tastiera in
 # italiano per la sessione corrente in un ambiente grafico

Per impostare permanentemente il layout della tastiera dobbiamo o modificare un file Xorg manualmente o utilizzare il comando " localectl".

Dopo aver impostato il layout, potrebbe essere necessario un reboot, o riavviare il demone della tastiera; in altri casi invece la gestione del layout della tastiera è lasciata al Desktop Environment, quindi dovremo andare nelle impostazioni del Desktop Environment per poter cambiare layout.

Modifiche permanenti al layout della tastiera

Un keymap persistente può essere impostato attraverso il file /etc/vconsole.conf, che viene normalmente letto da systemd (o altro gestore di demoni) al boot. Possiamo trovare i layout disponibili con (anche se il percorso può cambiare da distro a distro):

 find /usr/share/kbd/keymaps/ -type f

Settaggio permanente della lingua con systemd

Ad ogni modo può risultare utile il programma "localectl" contenuto in "systemd":

 localectl status
 # mostra lo stato della lingua e del layout
 # attuale
 localectl list-keymaps
 # elenca i layout disponibili
 localectl list-keymaps | grep -i cz
 # ricerca il keymap "cz"

per impostare un layout persistente senza andare a modificare manualmente il file /etc/vconsole.conf facciamo:

 localectl set-keymap --no-convert it
 # in questo caso settiamo
 # il layout del terminale (shell di login) di tastiera italiano,
 # l'opzione "--no-convert" può essere usata per prevenire di
 # cambiare in automatico ad un altra lingua vicina nel caso in
 # cui il keymap indicato non dovesse esistere
 localectl --no-convert set-x11-keymap it
 # in questo caso
 # settiamo il layout della tastiera in un ambiente X (e shell di
 # non login), l'opzione "--no-convert" può essere usata per
 # prevenire di cambiare in automatico ad un altra lingua vicina
 # nel caso in cui il keymap indicato non dovesse esistere

Settaggio permanente della lingua con startx

Nel caso non si usasse systemd, possiamo aggiungere il comando " setxkbmap it" per aggiungere il layout nel file ".xinitrc", nel caso usassimo "startx" per avviare l'ambiente grafico, la voce va aggiunta prima dell'exec dell'ambiente grafico.

Settaggio permanente della lingua senza startx e senza systemd

In questo caso, ad esempio se abbiamo un window manager che non avviamo con "startx", creiamo uno script per X, situato in " etc/X11/xorg.conf.d/00-keyboard.conf" e ci mettiamo:

Section "InputClass"
	Identifier "system-keyboard"
	MatchIsKeyboard "on"
	Option "XkbLayout" "it,us"
EndSection

Character Encoding

Ogni file è scritto utilizzando un determinato Character Encoding, cioè un repertorio preciso di caratteri codificato in un certo modo, esistono diversi tipi di character encoding, i più famosi sono:

  • UTF-8
  • ASCII
  • UTF-16
  • UTF-32

Un programma molto utilizzato per effettuare conversioni di character encoding dei file è "iconv".

Iconv

Possiamo utilizzare il comando "iconv" per convertire un file con un certa codifica in un'altra:

 iconv -f ASCII -t UTF-32 nomeFile > fileConvertito
 # il flag "
 # -f" sta per "from" e cioè specifica la codifica di partenza del
 # file, mentre "-t" specifica la codifica finale che avrà il
 # file, questa conversione di codifica avverrà sul file chiamato "
 # nomeFile" e il risultato sarà il file chiamato "fileConvertito"

per visualizzare il tipo di codifica utilizzato per un file possiamo utilizzare:

 file nomeFile
 # visualizza il tipo di codifica utilizzato da un
 # file

mentre per avere una lista delle codifiche disponibili col comando "iconv" possiamo utilizzare:

 iconv --list
 # mostra la lista di codifiche dei caratteri
 # disponibili quando si invoca iconv

Hwclock

Il programma hwclock ha lo scopo di visualizzare o reimpostare il clock hardware di sistema, questo clock è fornito di batteria esterna e localizzato sulla nostra scheda madre, ed è lo stesso clock che fornisce la data e l'ora all'interfaccia firmware (es. BIOS). Quando si parla di sistemi GNU/Linux, in realtà il sistema operativo utilizza queste informazioni di orario hardware solo al boot, mentre una volta avviato il sistema operativo, viene aggiornato e utilizzato l'orario di sistema; questo avviene perchè quando un computer è spento non riesce ad aggiornare l'orario del sistema operativo, quindi al boot richiede l'orario hardware in modo da potersi aggiornare. Potrebbe essere utile salvare l'orario di sistema sull'orario hardware o viceversa. Vediamo alcuni esempi applicativi del programma "hwclock":

 hwclock -r
 # visualizza l'orario hardware
 hwclock -s
 # sincronizza l'orario di sistema all'orario
 # hardware
 hwclock -w
 # sincronizza l'orario hardware all'orario di
 # sistema

NTP (Network Time Protocol)

Il protocollo NTP, ha lo scopo di gestire la sincronizzazione dell'orario, attraverso un'architettura client-server, il protocollo si basa su UDP e solitamente funziona sulla porta 123. Il protocollo NTP, a grandi linee (molto grandi) funziona in questo modo: il client manda un pacchetto al server, il server manda l'orario esatto, e in tutto questo viene misurato il tempo di transito del pacchetto fino a che non ritorna al client, in questo modo riusciamo a sincronizzare l'ora del client a quella del server, ovviamente sempre con una certa varianza. NTP uses a hierarchical, semi-layered system of time sources. Each level of this hierarchy is termed a "stratum" and is assigned a number starting with zero at the top. A server synchronized to a stratum n server will be running at stratum n + 1. The number represents the distance from the reference clock and is used to prevent cyclical dependencies in the hierarchy. Stratum is not always an indication of quality or reliability; it is common to find stratum 3 time sources that are higher quality than other stratum 2 time sources. La prima operazione da fare per usufruire del protocollo NTP è installarlo e possiamo farlo con:

 apt-get install ntp
 # installa il software per il protocollo ntp

Una volta installato, avremo un file di configurazione in "/etc/ntp.conf" dove potremo mettere mano alla configurazione di ntp. Esistono diversi server pubblici per NTP e possiamo aggiungerli al file ntp.conf attraverso righe come:

 server indirizzoServer.org
 # esempio di riga all'interno di
 # ntp.conf

possiamo avere più server, ed è possibile anche indicare il server preferito. Possiamo poi lanciare:

 service ntpd status
 # mostra a schermo lo stato del demone che
 # gestisce ntp, in questo caso è stato usato service, ma nel caso
 # di systemd avremmo dovuto usare "systemctl status ntpd"

Una volta che ci siamo accertati che il demone è attivo, possiamo lanciare:

 ntpdate
 # imposta data e ora attraverso NTP

Possiamo visualizzare informazioni sui nodi a cui siamo connessi con ntp, attraverso:

 ntpq -p
 # visualizza informazioni sui nodi utilizzati per la
 # sincronizzazione attraverso ntp, se davanti al nome del nodo
 # vediamo un asterisco "*", allora vuol dire che attualmente
 # siamo sincronizzati a quel nodo, qui possiamo vedere
 # informazioni come livello di stratum "st", delay (tempo
 # impiegato dal pacchetto ad arrivare al server e tornare di
 # nuovo al client), jitter (deviazione nel tempo che viene
 # riportato dal server al client), offset, eccetera